Gli Stati membri dell'Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale (WIPO) hanno approvato un nuovo Trattato che rappresenta una svolta per i designer. Il Trattato di Riyadh sul Design semplificherà, accelererà e renderà più accessibile la protezione dei design a livello nazionale e internazionale, offrendo ai creativi un'importante opportunità per tutelare le proprie opere e promuovere la collaborazione internazionale.
Cosa cambia per i designer
Il Trattato di Riyadh sul Design affronta numerosi ostacoli che i designer devono attualmente superare per registrare le proprie opere. Fino ad ora, le procedure di registrazione variavano da paese a paese, con regole complesse e spesso costose. Questo trattato introduce un quadro normativo più uniforme e accessibile:
- Standardizzazione dei requisiti di domanda: sarà stabilita una lista chiusa di elementi richiesti, facilitando la comprensione e la preparazione delle domande.
- Flessibilità nella rappresentazione del design: i designer potranno scegliere tra disegni, fotografie o, ove consentito, video.
- Registrazioni multiple in un’unica domanda: sarà possibile includere più design in una sola richiesta, con alcune condizioni.
- Protezione dei diritti: introduzione di un periodo di grazia di 12 mesi dopo la prima divulgazione e misure di flessibilità per evitare la perdita definitiva dei diritti.
- Promozione dell’e-filing: incentivazione dei sistemi elettronici di deposito e scambio di documenti prioritari.
Queste misure renderanno più semplice, rapido ed economico proteggere i design in più giurisdizioni.
Un ponte tra innovazione e patrimonio culturale
Oltre a semplificare le procedure, il trattato valorizza il legame tra design, conoscenza tradizionale ed espressioni culturali. Gli stati contraenti potranno richiedere informazioni sull’uso di elementi culturali tradizionali, promuovendo una tutela inclusiva e rispettosa del patrimonio culturale.
Il Trattato di Riyadh sul Design rappresenta una vittoria per i designer, soprattutto per le piccole e medie imprese, rendendo più equo l’accesso alla protezione dei diritti di proprietà intellettuale.